mercoledì 16 novembre 2016

CAMBIARE IL PAESE PER NON DOVER CAMBIARE PAESE









Cambiare il paese per non dover cambiare paese



N
el corso dell’ultima giornata dell’evento Novello sotto il castello tenutasi a Conversano, si è svolto un incontro con l’autore del libro “cambiare il paese per non dover cambiare paese”. Il giovane (ha 24 anni!) Gianluca Daluiso, ha scelto di trattare un tema a lui molto vicino, destinato proprio a un pubblico di under 35 pronti ad ascoltarlo e capirlo. Infatti, data la notevole affluenza di ragazzi e non all’evento di domenica 13 Novembre, il nostro preside ha organizzato repentinamente un incontro nella nostra scuola il giorno che si è svolto in mattinata, con la partecipazione delle classi quinte dei tre indirizzi del nostro liceo: scienze umane, economico sociale e linguistico. Tutto è andato secondo le sue aspettative in quanto, anche in questo caso, l’incontro ci ha coinvolto molto! Merito soprattutto della simpatia e dell’intelligenza dell’autore che ha decisamente catturato la nostra attenzione. Ma anziché descrivere il contenuto del libro in sé, reperibile in qualunque sito, vorrei raccontare come si è svolta la “chiacchierata” tra Gianluca, i suoi moderatori Andrea Colapinto e Marica Lenoci, e noi. Ognuno di loro ci ha esposto pareri, ci ha raccontato esperienze e ci ha posto domande su ciò che noi vorremmo essere “da grandi”, anche attraverso le parole dei “pezzi grossi” che Gianluca ha avuto il piacere di conoscere (ad esempio Dario Fo, J-Ax, Roberto Saviano, Roberto Vecchioni ecc). C’è stato chi ha risposto di voler fare la pasticcera, o di voler aprire un negozio di moda, o ancora di voler diventare commercialista. Ognuna di queste ambizioni per loro è stata accolta come una fantastica idea in quanto dettata dalla nostra stessa volontà. Hanno così condotto il discorso ad un punto fondamentale: inseguire i propri sogni, a prescindere dalla possibilità di lavoro che al giorno d’oggi scarseggia, a prescindere dalle aziende di famiglia da portare avanti o a prescindere dal giudizio degli altri. Contemporaneamente, hanno ritenuto importante mantenerci comunque con i piedi per terra, alternandosi: Andrea e Marica  facevano la parte dei “cattivi” dicendoci «la strada è lunga, è difficile.. vi verrà chiesto molte volte di mollare e di impegnarvi in qualcosa di più sicuro» mentre Gianluca, nelle vesti del “buono” e “sognatore” ci spronava a «seguire quello che ci dice il cuore, in quanto le salite sembreranno meno ripide se a guidarle è la passione». Così nelle nostre menti si sono aperte nuove idee e tanta, tanta voglia di credere in un futuro migliore, dove non doverci sentire costretti a fare un lavoro, a seguire un percorso di studi, o a cambiare paese, ma a fare ognuna di queste cose con la consapevolezza di averlo voluto solo e soltanto noi stessi.
E voi, cosa volete fare da grandi?


Pignataro Arianna


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