mercoledì 7 dicembre 2016

LA MORTE DI FIDEL CASTRO


Approfittiamo dell’improvvisa morte di Fidel Castro(1926-2016) per trattare la sua figura di uomo politico e di “lìder maximo”, come viene soprannominato dai cubani.    
Fidel Alejandro Castro Ruz è stato L’UOMO politico per eccellenza nella realtà cubana per tutto il suo periodo di attività, dalla guerra civile intrapresa contro il regime di Batista allo scontro contro gli USA e la sua personalità e il suo operato sono stati al centro del dibattito politico internazionale per anni, lasciando nell'immaginario comune l’idea di acerrimo nemico dei diritti civili o di patriota romantico e rivoluzionario sfegatato, a seconda delle varie interpretazioni e degli orientamenti politici. Lo scorso venerdì 25 novembre, tutto il mondo ha appreso la notizia della sua morte, alla veneranda età di 90 anni, attraverso il comunicato di suo fratello nonché successore alla presidenza del consiglio dei ministri, Raúl Castro.

“Con profondo dolore compaio per informare il nostro paese, i nostri amici d’America e del mondo che oggi, 25 novembre 2016, alle 10.29 della notte è morto il comandante in capo della rivoluzione cubana, Fidel Castro Ruz.
In compimento della volontà del compagno Fidel, i suoi resti saranno cremati alle prime ore di domani, sabato 26. La commissione organizzatrice dei funerali ha disposto nove giorni di lutto nazionale, fino alle ore 12.00 del 4 dicembre, nei quali cesseranno attività e spettacoli pubblici e si celebrerà un ’atto di massa’ in Piazza della Rivoluzione della capitale. ¡HASTA LA VICTORIA, SIEMPRE!”

Aldilà delle ideologie politiche o della simpatia che si possa provare, è intellettualmente onesto riconoscere a quest’uomo di aver dedicato la propria vita al cambiamento del proprio paese, senza avere timore di incorrere nel conflitto e senza abbassare mai la testa, anche di fronte ad una superpotenza mondiale come gli USA, che hanno tentato, a più riprese, di piegare la apparentemente fragile isola di Cuba, dall'Embargo, imposto nel 1960, (ancora oggi valido)  ai tentativi di esclusione e sabotaggio o addirittura di invasione, come nel caso del fallito sbarco alla Baia dei porci, dalla quale gli USA, insieme ad alcuni esuli cubani, volevano acquisire il controllo del territorio; chiaro è che dietro queste azioni del governo statunitense  c’era la volontà di assoggettare economicamente e politicamente l’isola e di evitare, dato il clima di guerra fredda, che quest’ultima continuasse ad intrattenere rapporti commerciali con la Russia, nemica storica degli americani.
Altri aspetti assolutamente condivisibili dell’operato di Castro, sono quelli relativi alla politica interna e all'ammodernamento del paese come ad esempio la Nazionalizzazione delle industrie e delle campagne (una delle ragione per le quali, ovviamente, si inimicò gli USA, che controllavano la quasi totalità dell’economia e dei latifondi del paese ), il progetto di alfabetizzazione, che fece abbassare drasticamente il tasso di analfabetismo dal 20% al 3.9% e la riforma sanitaria a favore di tutti i cittadini, o ancora i progetti di investimento come quello sulle biotecnologie. Nonostante questo, in molti hanno dipinto il governo castrista come xenofobo, nemico della libertà d’espressione, nemico dei diritti civili e come un governo che non ha ammesso opposizioni di alcun tipo. Secondo le parole di Fidel, pronunciate in occasione del suo arresto nel 1953, sarebbe stata la Storia ad assolverlo da tutte le accuse che sono state e saranno rivolte contro la sua persona.


Roberta Bulzacchelli
Mario Putignano


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